Di Sisaccia.

Pagato l’ingresso ci addentriamo con le moto nella fossa, troviamo uno spiazzo sulla stradina principale con già la paglia e un telo a isolare il terreno, dei tedeschi ci invitano ad utilizzare quello spazio.

E’ il loro, ma quel giorno stesso sarebbero partiti e ce lo avrebbero ceduto volentieri.
Spostiamo le moto dalla strada e le piazziamo sulla neve, anche perchè il caos è pazzesco e la strada veramente stretta; considerando inoltre i pazzi che girano continuamente non è raro vedere qualcuno che va a sbattere contro le moto di altri, meglio metterle al sicuro.

Sistemato il campo inizia lo spirito del raduno:

conoscere gente da mezza Europa, chiacchierare intorno al fuoco, bere vino, birra, guardare le invenzioni più assurde dei tedeschi che, non avendo regole sulle omologazioni come abbiamo noi in Italia, realizzano mezzi quasi totalmente artigianali decisamente pazzeschi. Inoltre banchetti che vendono souvenir dell’ Elefantentreffen giù nella fossa che i Tedeschi chiamano “Kastle” o “Kustle”, non so come si scriva.
Si può comprare da mangiare dei panini o cucinare sulle fiamme vive ciò che si è portato da casa, l’importante è cercare di mangiare sempre qualcosa per tenersi caldi. Il freddo è veramente pungente quando cala il sole.
Alle 18 è notte fonda ormai, l’illuminazione artificiale non esiste, è buio pesto ma il cielo è splendido, la valle è illuminata dalle stelle, dai fuochi artificiali e dai falò che scaldano un’atmosfera gelida. Il tutto è estremamente suggestivo, più si fa tardi meno gente c’è in giro, ma qualcuno che fa baldoria c’è sempre.
Per cena ci arrangiamo cuocendo carne insieme a degli italiani che si sono uniti a noi, a seguire una bella spaghettata tanto desiderata da Fede, uno dei più strani soggetti che abbia mai conosciuto (in senso buono). Finita la cena e fatta un po’ di baldoria tutti insieme c’è chi si ritira nelle tende e chi invece si fa un altro giretto per la fossa.
Per un po’ mi ritrovo da solo seduto accanto al fuoco, cercando di tenerlo alto quanto basta per non congelare, lontano dalle fiamme, nonostante tutti i vestiti, non si resiste che per pochi minuti, dopo di che anche i vestiti ghiacciano e il freddo ti entra nelle ossa. Non so quanto sia la temperatura esattamente, ma dubito ci siano più di -10°.
Nonostante sia a meno di 2 metri dal fuoco la tenda è ghiacciata, ma prima o poi a letto dovrò pur andarci: un bel respiro e mi infilo vestito nella tenda con l’intento di cambiarmi. Impossibile!

Mi basta meno di un secondo per capire che a quella temperatura se mi tolgo qualcosa rischio di congelare durante la notte, per cui con pantaloni da sci e il giaccone (più tutti gli strati sotto) mi infilo nel sacco a pelo.
Un freddo pazzesco.
Non chiudo occhio o quasi, ma non sono l’unico, Roberto e Giorgio che dormono con me faticano anche loro e patiscono il freddo ma in un modo o nell’altro riusciamo a tirare fino al mattino successivo. Usciti dalla tenda ci fiondiamo ad abbracciare il fuoco gentilmente acceso da Roberto.
Il secondo giorno lo passiamo girando su e giù per la fossa, c’è molta più gente di ieri al mattino, ma molti iniziano già a smontare tutto e partire. Non tutti sono arrivati di venerdì, alcuni sono lì già da diversi giorni.
Non si fanno mancare neanche oggi i pazzi-ubriachi che girano tutto il giorno sui loro mezzi incuranti del freddo e del fango. Chi nudo, chi vestito da vichingo, chi da bikers pieno di borchie e toppe sul giubbotto in pelle, ragazzi giovani e sessantenni con barbe chilometriche si divertono a lanciarsi con i sidecar e le moto su per una salita con almeno 20cm di fango e con il pubblico che incita e offre da bere ai folli partecipanti da una tanica di benzina piena di birra.

Il sabato trascorre così, non c’è nulla di speciale all’Elefantentreffen, solo migliaia di motociclisti che si riuniscono ogni anno per fare baldoria sfidando condizioni meteo decisamente sfavorevoli.
D’altronde più che un raduno, sembra quasi una prova per se stessi, come fosse un rito di iniziazione per potersi veramente definire dei Motociclisti con la M maiuscola o dei pazzi furiosi. Dipende dai punti di vista.
Cala il buio, è ancora presto per la cena, decido quindi di sistemare le mie borse e aggiustare il mio giaciglio aggiungendo un sacco a pelo. Sicuramente avrei affrontato meglio il gelo notturno e già alle 19 si sentiva che avrebbe fatto più freddo quella notte.
Di nuovo tutti insieme attorno al fuoco prepariamo ciò che abbiamo da mangiare, funziona così, ciascuno porta qualcosa e si divide, o meglio, condivide.
La serata è più tranquilla rispetto a ieri, sarà per le tante persone già partite, sarà per il freddo più intenso, sarà che molti vanno a letto presto per essere freschi la mattina ed affrontare il viaggio di ritorno. Così facciamo anche noi, a mezzanotte sono nel sacco a pelo e sento i miei compagni di avventura chiacchierare attorno al fuoco appena fuori dalla mia tenda; percepisco solo a tratti i discorsi, sono stanco morto e il doppio sacco a pelo trattiene calore sufficiente per conciliare il sonno. Punto la sveglia alle 7 e spengo il telefono.
E’ ora di dormire…

“Ragazzi!! Svegliatevi presto sta nevicando, è tutto coperto di neve!!”

Apro gli occhi terrorizzato da queste parole e tutto intorno a me vedo ghiaccio, solo ghiaccio.  La tenda è completamente congelata ma se sta nevicando devo muovermi, bisogna smontare tutto, caricare la moto e partire il prima possibile altrimenti si rischia seriamente di rimanere bloccati lì dentro.
Un bel respiro, spalanco i sacchi a pelo…… Una delle peggiori sensazioni mai provate: passare da almeno 25° interni del sacco a pelo direttamente ai -13° esterni. Non si può descrivere, peggio che essere investiti da un treno. Una sofferenza senza pari.
Mi metto la giacca e i pantaloni della moto in tutta fretta, muovendomi il più possibile per scaldarmi e sperando che la nevicata non sia così intensa da impedirci la partenza.
Sono pronto, esco.
Come metto il naso fuori rimango senza parole: il sole non è ancora alto ma c’è già luce, sono appena le 7, nemmeno una nuvola in cielo, solo un freddo assassino ma la giornata è splendida.

“F3D3, sei uno stronzo!!”
“Beh hai visto come vi siete alzati alla svelta? In due minuti eravate tutti in piedi!” 🙂