Non potendo partecipare alla 56° edizione …. ho sfruttato la webcam posta all’entrata dell’Elefante.
Ecco cosa ne é uscito.
Non potendo partecipare alla 56° edizione …. ho sfruttato la webcam posta all’entrata dell’Elefante.
Ecco cosa ne é uscito.
Gen 27
Pubblicato da m3xican in ElefantenTreffen 2012 | Disattiva commenti
Feb 3
Pubblicato da m3xican in ElefantenTreffen 2011 | Disattiva commenti
Di Sisaccia.
Pagato l’ingresso ci addentriamo con le moto nella fossa, troviamo uno spiazzo sulla stradina principale con già la paglia e un telo a isolare il terreno, dei tedeschi ci invitano ad utilizzare quello spazio.
E’ il loro, ma quel giorno stesso sarebbero partiti e ce lo avrebbero ceduto volentieri.
Spostiamo le moto dalla strada e le piazziamo sulla neve, anche perchè il caos è pazzesco e la strada veramente stretta; considerando inoltre i pazzi che girano continuamente non è raro vedere qualcuno che va a sbattere contro le moto di altri, meglio metterle al sicuro.
Sistemato il campo inizia lo spirito del raduno:
conoscere gente da mezza Europa, chiacchierare intorno al fuoco, bere vino, birra, guardare le invenzioni più assurde dei tedeschi che, non avendo regole sulle omologazioni come abbiamo noi in Italia, realizzano mezzi quasi totalmente artigianali decisamente pazzeschi. Inoltre banchetti che vendono souvenir dell’ Elefantentreffen giù nella fossa che i Tedeschi chiamano “Kastle” o “Kustle”, non so come si scriva.
Si può comprare da mangiare dei panini o cucinare sulle fiamme vive ciò che si è portato da casa, l’importante è cercare di mangiare sempre qualcosa per tenersi caldi. Il freddo è veramente pungente quando cala il sole.
Alle 18 è notte fonda ormai, l’illuminazione artificiale non esiste, è buio pesto ma il cielo è splendido, la valle è illuminata dalle stelle, dai fuochi artificiali e dai falò che scaldano un’atmosfera gelida. Il tutto è estremamente suggestivo, più si fa tardi meno gente c’è in giro, ma qualcuno che fa baldoria c’è sempre.
Per cena ci arrangiamo cuocendo carne insieme a degli italiani che si sono uniti a noi, a seguire una bella spaghettata tanto desiderata da Fede, uno dei più strani soggetti che abbia mai conosciuto (in senso buono). Finita la cena e fatta un po’ di baldoria tutti insieme c’è chi si ritira nelle tende e chi invece si fa un altro giretto per la fossa.
Per un po’ mi ritrovo da solo seduto accanto al fuoco, cercando di tenerlo alto quanto basta per non congelare, lontano dalle fiamme, nonostante tutti i vestiti, non si resiste che per pochi minuti, dopo di che anche i vestiti ghiacciano e il freddo ti entra nelle ossa. Non so quanto sia la temperatura esattamente, ma dubito ci siano più di -10°.
Nonostante sia a meno di 2 metri dal fuoco la tenda è ghiacciata, ma prima o poi a letto dovrò pur andarci: un bel respiro e mi infilo vestito nella tenda con l’intento di cambiarmi. Impossibile!
Mi basta meno di un secondo per capire che a quella temperatura se mi tolgo qualcosa rischio di congelare durante la notte, per cui con pantaloni da sci e il giaccone (più tutti gli strati sotto) mi infilo nel sacco a pelo.
Un freddo pazzesco.
Non chiudo occhio o quasi, ma non sono l’unico, Roberto e Giorgio che dormono con me faticano anche loro e patiscono il freddo ma in un modo o nell’altro riusciamo a tirare fino al mattino successivo. Usciti dalla tenda ci fiondiamo ad abbracciare il fuoco gentilmente acceso da Roberto.
Il secondo giorno lo passiamo girando su e giù per la fossa, c’è molta più gente di ieri al mattino, ma molti iniziano già a smontare tutto e partire. Non tutti sono arrivati di venerdì, alcuni sono lì già da diversi giorni.
Non si fanno mancare neanche oggi i pazzi-ubriachi che girano tutto il giorno sui loro mezzi incuranti del freddo e del fango. Chi nudo, chi vestito da vichingo, chi da bikers pieno di borchie e toppe sul giubbotto in pelle, ragazzi giovani e sessantenni con barbe chilometriche si divertono a lanciarsi con i sidecar e le moto su per una salita con almeno 20cm di fango e con il pubblico che incita e offre da bere ai folli partecipanti da una tanica di benzina piena di birra.
Il sabato trascorre così, non c’è nulla di speciale all’Elefantentreffen, solo migliaia di motociclisti che si riuniscono ogni anno per fare baldoria sfidando condizioni meteo decisamente sfavorevoli.
D’altronde più che un raduno, sembra quasi una prova per se stessi, come fosse un rito di iniziazione per potersi veramente definire dei Motociclisti con la M maiuscola o dei pazzi furiosi. Dipende dai punti di vista.
Cala il buio, è ancora presto per la cena, decido quindi di sistemare le mie borse e aggiustare il mio giaciglio aggiungendo un sacco a pelo. Sicuramente avrei affrontato meglio il gelo notturno e già alle 19 si sentiva che avrebbe fatto più freddo quella notte.
Di nuovo tutti insieme attorno al fuoco prepariamo ciò che abbiamo da mangiare, funziona così, ciascuno porta qualcosa e si divide, o meglio, condivide.
La serata è più tranquilla rispetto a ieri, sarà per le tante persone già partite, sarà per il freddo più intenso, sarà che molti vanno a letto presto per essere freschi la mattina ed affrontare il viaggio di ritorno. Così facciamo anche noi, a mezzanotte sono nel sacco a pelo e sento i miei compagni di avventura chiacchierare attorno al fuoco appena fuori dalla mia tenda; percepisco solo a tratti i discorsi, sono stanco morto e il doppio sacco a pelo trattiene calore sufficiente per conciliare il sonno. Punto la sveglia alle 7 e spengo il telefono.
E’ ora di dormire…
“Ragazzi!! Svegliatevi presto sta nevicando, è tutto coperto di neve!!”
Apro gli occhi terrorizzato da queste parole e tutto intorno a me vedo ghiaccio, solo ghiaccio. La tenda è completamente congelata ma se sta nevicando devo muovermi, bisogna smontare tutto, caricare la moto e partire il prima possibile altrimenti si rischia seriamente di rimanere bloccati lì dentro.
Un bel respiro, spalanco i sacchi a pelo…… Una delle peggiori sensazioni mai provate: passare da almeno 25° interni del sacco a pelo direttamente ai -13° esterni. Non si può descrivere, peggio che essere investiti da un treno. Una sofferenza senza pari.
Mi metto la giacca e i pantaloni della moto in tutta fretta, muovendomi il più possibile per scaldarmi e sperando che la nevicata non sia così intensa da impedirci la partenza.
Sono pronto, esco.
Come metto il naso fuori rimango senza parole: il sole non è ancora alto ma c’è già luce, sono appena le 7, nemmeno una nuvola in cielo, solo un freddo assassino ma la giornata è splendida.
“F3D3, sei uno stronzo!!”
“Beh hai visto come vi siete alzati alla svelta? In due minuti eravate tutti in piedi!” 🙂
Di F3D3
Dopo aver convinto ( non so come!!! ) m3x e Sasaplanet alla notturna in Engadina… eccovi il resoconto.
Partenza all’una da casa in Valtellina, arrivo alla rotonda dell’incontro e trovo già schierato Sasa, 4 chiacchere sul 2in1 e sul fatto che nevischia….
Finalmente arriva m3x e si parte direzione Chiavenna.
Arrivati in Dogana, il doganiere italiano ci ferma e con aria a dir poco esterrefatta mi chiede :
Doganiere : “dove andate???”
Io : “Solla”
D : “dove????”
I : “Solla, Elefantentreffen, Germania”
D : “Elefante che???”
I : “motoraduno a Solla…”
D : “e dove sta Solla?”
I : “a 250 km a est di Monaco…. vicino al confine ….”
D : “Auguri!”
I : “grazie!”
Poi tocca al doganiere Svizzero che ci ferma, ci chiede i documenti ed entra a fare dei controlli!!!!!
Ripartiamo e avvicinandoci al passo Maloia la temperatura inizia a calare ed il nevischio ad aumentare, ma nulla di serio. Arrivati alle 03.00 sul passo notiamo una vertiginosa caduta della temperatura, un innalzamento spropositato del vento e l’incredibile buio dell’Engadina (i lampioni non esistono e non c’è nulla, dico nulla di aperto!).
Viaggiamo per una 30ina di km oltrepassando una St.Moritz deserta (come del resto sarà tutto il tratto in Svizzera) e alla mente mi passano mille pensieri sul fatto che il clima è veramente proibitivo e mi aspetterà sicuramente un cazziatone….
Sosta rifornimento a La Punt-Chamues. Mi fermo, tolgo il casco, mi guardo allo specchietto e magicamente i miei splendidi baffi si ghiacciano….
Sasa subito mi rammenda che non ha mai sostenuto temperature così basse in vita sua e che le sue manopole riscaldate non funzionano ( piu altre cosucce… ).
m3x rimane fermo in sella per un paio di minuti, in silenzio, poi apre la visiera e dice:
“ma che cazz@ di freddo fà? sono -15! Dovè il primo autogril!?!?!?”
Io gli rispondo: “in Austria……”
m3x : “ma è a 50 km!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
In effetti i km per arrivare al primo autgrill in Austria erano più di 90.
Facciamo rifornimento e partiamo, dopo un km mi fermo perchè ho la visiera congelata sia dentro che fuori di un ghiacchio finissimo che non riesco a grattare cosi chiedo a m3x:
“com’è la tua visiera?”
E lui: “una merda come vuoi che sia……..” :-O
Riparto sgommando sperando di trovare un qualsivoglia posto aperto (estic@zzi, alle 04.00 di mattina, a 1800 mt, con -15, quale folle terrebbe aperto?). I successivi 70 km li abbiam percorsi ad una velocita ridicola, con la visiera aperta e il gelo che mi ha ghiacciato una lacrimuccia, perchè oltre a non sentire piu mani, piedi, naso e quantaltro, gli occhi pizzicavano da paura.
C’è stato un momento in cui respirare è diventato difficoltoso perchè il vento era talmente gelido che mi costringeva a delle apnenee forzate.
Ma continuavo a viaggiare perchè …. se mi fossi fermato erano botte assicurate! 🙂
Fatto stà che dopo 3, e dico 3, ore a -15 (e vi assicuro che -15 di giorno col sole sono tutt’altra cosa!) arriviamo all’autogril di Ried im Oberinntal.
Sasa non riusciva più a muovere le dita, m3x non parlava…. e per sdrammatizzare un pochino ho esclamato: “ad un tratto ho sentito caldo e così ho alzato la visiera!”
Vi risparmio i commenti degli altri due! 🙂
C’è voluta un’ora e mezza per riacqustare le facoltà motorie e dopo aver rabboccato siamo partiti per Garmisch.
Arrivati al Fernpass abbiamo intravisto il sole, la temperatura era comunque di -10, però con la luce ed il sole era tornato anche il buon umore.
Imbocchiamo l’autostrada e cala un nebbione che in confronto quello sulla pianura Padana é davvero niente. Arriviamo a Monaco, l’umidità sale alle stelle e quei -5 sembrano non essere reali, ma ormai il peggio era alle spalle (e menomale!!!).
Sull’autostrada ci incontriamo con Sisaccia e amici ,e tutti assieme partiamo per Solla. Arrivati al raduno convinco gli altri di scendere con le moto nella fossa e dopo non poco tempo troviamo un bel posticino, con telo e paglia già sistemati 🙂 , e ci accampiamo.
Dopo aver acceso il fuoco e reso vivibile l’ambiente siamo tutti veramente contenti e Sasa mi dice:
“avevi ragione F3D3..”
ed io: “????”
Sasa: “quando mi dicesti che dopo i -15 avrei apprezzato il tepore del Treffen…” 😉
Ritornati a casa domenica in serata. Io, F3D3 e Sasaplanet abbiamo optato per lo stesso percorso dell’andata, quindi ripercorrendo l’Engadina, gli altri 3 sono passati per il Brennero.
Un viaggio …… “allucinante” dal freddo che faceva!
A breve un resoconto un pò più dettagliato con le foto e i video dell’ElefantenTreffen 2011.